Pubblicato in: Facce da gluteo

Tassi di sopravvivenza per età

0-19 Years: 99.997%
20-49 Years: 99.98%
50-69 Years: 99.5%
70-79: 94.6%
*80+ not included.

L’originale è su https://www.nbc26.com/news/coronavirus/cdc-estimates-covid-19-fatality-rate-including-asymptomatic-cases, archiviato su https://archive.is/dZe1c

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La Dea Tutte mi ha inviato a combattere il demone dell'evanescenza, fin dalla pianura che non deve essere nominata

12 pensieri riguardo “Tassi di sopravvivenza per età

  1. continuo a non capire il significato di questa pubblicità. che sia un novantenne infartato e diabetico in sedia a rotelle dal 1972 o un diciannovenne che fa due ore di crossfit al giorno, il posto che prende in terapia intensiva è uguale. e quel posto è occupato, per dire, per l’eventuale qualcuno che ha fatto un incidente stradale.

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      1. in generale è meglio un vaccino di una cura, secondo l’antico adagio che è meglio prevenire che curare. inoltre, una malattia contagiosa anche non grave è decisamente distruttiva per la società.

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        1. … specialmente quando è presa a pretesto per esperimenti sociali estremi.
          La mia è una sensazione, ma condivisa da molte persone che incontro, che i nostri governanti, i sanitari e/o fantomaciti burattinai ci prendono abbondantemente per i fondelli.
          Quello o la dimostrazione che per ottenere gli esiti peggiori basta che le persone di buona volontà non reagiscano

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          1. come si dice “tesi straordinarie richiedono dimostrazioni straordinarie”. specialmente questa teoria del “complotto dei potenti”. quale sarebbe il tornaconto? facciamo andare a puttane l’economia planetaria, qualche milione di morti, e POI?

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      2. in una nota, per le malattie di origine virale, la nostra tecnologia, non ha ancora una soluzione generalizzata, economica ed affidabile, come c’è (gli antibiotici) per quelle di origine batterica. cominciano ad esistere trattamenti basati su antigeni, ma non sono affatto economici e sono ancora piuttosto specifici (funzionano piuttosto bene, per esempio, contro tutta una serie di polmoniti virali, che fino ad un decennio fa, ad una certa percentuale della popolazione – tipo il sottoscritto – avrebbero garantito una comoda confezione in legno). al momento, le infezioni virali vengono trattate con medicinali palliativi, che controllano i sintomi più gravi, ma il “lavoro sporco” lo deve fare il sistema immunitario del paziente.

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        1. A questo aggiungiamo il fatto che l’abuso che ne è stato fatto sta portando alla mutazione dei batteri che spesso mostrano resistenza agli antibiotici. Ricordo di aver letto che le morti per sepsi batterica negli ospedali sta diventando sempre più rilevante…

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    1. Perché la probabilità di un 19enne di finire in TI è prossima a 0.

      È una malattia che colpisce in modo differenziale per età, era il caso di tenerne conto di più.

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      1. però, a meno di non prevedere che, se un posto in terapia intensiva è occupato da un novantenne e serve un posto per un ventenne, il novantenne viene sottoposto ad eutanasia, i posti occupati sono occupati e basta.

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        1. È proprio perché la probabilità che ci sia un 90enne (facciamo pure un ultra-70enne) ad occupare il posto è piuttosto alta che sarebbe stato il caso di occuparsi prevalentemente di quelle coorti.

          Invece, ci sono un sacco di 30-40 enni vaccinati e tanti ultra-70enni che non lo sono.

          A me pare una gestione miope, per usare un eufemismo.

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        2. il piano era esattamente di vaccinare il personale a rischio e poi, in ordine di età. che mi pare una politica perfettamente ragionevole. che poi la cosa è stata fatta a cazzo di cane, è un discorso diverso.

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