
La legislazione europea prevede che i vaccini possano ottenere l’autorizzazione condizionata solo se non è già
riconosciuta una cura efficace. L’esperto di diritto sanitario: «I protocolli contro la malattia potrebbero essere stati trascurati apposta»
Hai capito perché sono così graniticamente sicuri che l’idrossiclorochina no, il plasma super-immone no, l’invermectina no?
Come diceva il cardinal Mazzarino, “a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca”. Ossia per il vil denaro, perché sui vaccini il margine è verosimilmente assai più alto di qualche cura con sostanze già conosciute e che non possono più essere brevettate e “spremute”.
Ammetto di non averli mai cercati prima, ma se l’idrossiclorochina fosse una “sola” una persona onesta ti spiattellerebbe in faccia lo studio dicendo “guarda, il miglioramento è solo di x%” oppure “migliora di y, ma con questo questo e questo effettone collaterale!”. Perché sì, cercandoli li si trova (qui i dati sull’idrossiclorochin, via pagina sull’idrossiclorochina sulla Wikipedia inglese).
Va bene, il plasma iperimmune si è già dimostrato inefficace.
E il Remdesivir? Le prime sperimentazioni erano partite più di anno fa! Mistero!
E gli anticoagulanti? Mistero!
E gli Anticorpi monoclonali?
Date un occhio anche a queste pagine: Treatment and management of COVID-19, COVID-19 drug repurposing research and COVID-19 drug development e le relative traduzioni.
Che sono degli infami dediti solo a contare le busterelle, si può dire?😡
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oppure, banalmente, è perché, per una malattia facilmente contagiosa, è meglio vaccinare che curare, in quanto c’è il rischio il numero dei casi renda impossibile somministrare le cure.
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